Giuseppe Primoli

Nato a Roma nel 1850, il conte Giuseppe Napoleone Primoli fu uno dei personaggi più eclettici e interessanti del suo tempo. Fotografo, collezionista e letterato, egli si considerava egualmente romano e francese, ma si sentiva soprattutto un napoleonide. “Doppiamente Bonaparte”, amava definirsi, poiché sua madre Carlotta - sposa il 4 ottobre 1848 di Pietro Primoli, conte di Foglia - era figlia di Carlo Luciano Bonaparte, figlio di Luciano, e di Zenaide Bonaparte, figlia di Giuseppe, re di Napoli e quindi di Spagna.

Trasferitosi a Parigi con la famiglia nel 1853, Primoli fece i propri studi nel Collegio Rollin. Nella capitale francese poté frequentare la corte di Napoleone III e si legò soprattutto all'Imperatrice Eugenia e al principe imperiale Napoleone Eugenio. La sua educazione francese si affinò anche dopo il ritorno a Roma, avvenuto nel 1870, grazie ai frequenti soggiorni parigini, susseguitisi fino agli ultimi anni della sua esistenza. Nella capitale francese Primoli possedeva un appartamento, in Avenue du Trocadéro, ma frequentava molto spesso il salotto della zia, Matilde Bonaparte, in rue de Berry.

Attraverso Matilde, il conte ebbe modo di incontrare alcuni tra gli scrittori più celebri del tempo (Ernest Renan, Théophile Gautier, i Goncourt, François Coppée), con molti dei quali potè stringere amicizia. A Roma frequentò anche gli ambienti letterari: divenne amico di Cesare Pascarella, Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa; di Gabriele D'Annunzio fu amico, confidente e consigliere. Fu spesso ospite dei più raffinati e ricercati salotti romani, grazie alle sue innate doti di conversatore colto e spiritoso.

Sebbene in alcune sue prove letterarie si possano scorgere indubbie qualità, Primoli non divenne mai uno scrittore di professione. Egli può essere principalmente considerato un intermediario tra la cultura francese e quella italiana; un punto di riferimento in Francia per gli scrittori e artisti italiani con cui fu legato (Giovanni Verga, Matilde Serao, Gabriele D'Annunzio, Eleonora Duse) e a Roma per gli scrittori e artisti francesi, che spesso ospitava nel suo Palazzo affacciato sul Tevere: Guy de Maupassant, Paul Bourget, Alexandre Dumas fils, Sarah Bernhardt. Nelle due città, egli divenne semplicemente «Gégé», un mecenate sui generis, sempre pronto a soccorrere giovani talenti e vecchie celebrità.

Negli ultimi decenni dell'Ottocento, Giuseppe sviluppò una forte passione per la fotografia condivisa con il fratello Luigi e con il cugino Placido Gabrielli. Il suo notevole corpus di fotografie lo colloca tra i più significativi fotografi attivi a Roma tra Otto e Novecento.

L’indubbio gusto e le possibilità finanziarie permisero a Giuseppe Primoli di collezionare nel palazzo romano di Via Zanardelli una quantità enorme di libri rari, quadri, statue, suppellettili, reperti archeologici, privilegiando tutto ciò che riguardasse la sua ramificatissima famiglia materna. Per queste ragioni, genealogiche e affettive, Giuseppe Primoli, con il suo testamento, dispose che nel suo Palazzo fosse costituita la Fondazione che porta il suo nome, alla quale lasciò la sua Biblioteca. Tutti i suoi quadri, mobili, arredi e documenti andarono a dar vita al Museo Napoleonico.