Alla ricerca dell’oggetto perduto. Tesori in vetrina

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01/01 - 31/12/2011
Museo Napoleonico

Il Museo Napoleonico nasce dalla donazione alla città di Roma delle raccolte del conte Giuseppe Primoli, figlio di Pietro Primoli e della principessa Carlotta Bonaparte. Si tratta di opere d’arte, cimeli napoleonici e memorie familiari allestiti negli ambienti al piano terreno di Palazzo Primoli. La collezione tende non tanto a celebrare l’epopea della famiglia imperiale, quanto a mostrare i Bonaparte in un’ottica più privata, sottolineandone al contempo, l’intenso rapporto con la Città Eterna.

La visita si sofferma soprattutto sugli oggetti collocati nelle vetrine, appartenuti ai diversi esponenti della famiglia Bonaparte e su alcuni elementi di arredo provenienti dalle varie residenze napoleoniche.

Sintesi della visita
Si prende avvio dalla prima sala, dedicata al Primo Impero, al cui centro è collocata una vasca jardinière in granitello e bronzo dorato, elemento di arredo tipico dello stile impero. Nelle grandi vetrine a muro sono da segnalare il pettine e il diadema con coralli di manifattura napoletana (nn. 31-32); due orologi da tasca decorati con smalti (nn. 10-11); numerose scatole in tartaruga, avorio, carta pressata, radica e lacca (nn. 40-51) e una brocca con catino in porcellana con le iniziali di Napoleone in oro (n. 5). Una menzione speciale meritano le tabacchiere (nn. 25-28), di cui Napoleone stesso era particolarmente appassionato, specie di quelle di forma ovale, perché potevano essere aperte con una sola mano.
Curiosità suscitano le due vetrine a ridosso della balaustra che divide la prima dalla seconda sala: vi sono conservate, tra l’altro, due giberne, con eleganti ricami dorati, parte della divisa di gala di Ufficiale degli Ussari, appartenute a Camillo Borghese, marito di Paolina e due sabretache di gala, usate per i dispacci dei documenti. In un angolo della seconda sala è posto un portalegna a foggia di tamburo; eleganti sono i candelabri neoclassici con baccanti, provenienti, secondo la tradizione, dagli appartamenti napoleonici del Quirinale, mentre degna di particolare nota è la pendola “Urania” delle manifatture di Sèvres, risalente al 1807.
Nella terza sala, dedicata al Secondo Impero, vi è un divano da centro, di manifattura francese che testimonia come le consuetudini salottiere abbiano influenzato lo sviluppo di nuove tipologie di mobilio da seduta. Nella stessa sala sono visibili tre pregevoli porte-bouquet di fattura francese, eleganti accessori della toeletta femminile, in gran voga tra la Restaurazione e il Secondo Impero, appartenuti all’imperatrice Eugenia.
Nella quarta sala, entro una vetrina è conservata una scatola in lacca e madreperla di manifattura cinese, contenente gettoni e fiches, per il Jeu de l’hombre, donata all’imperatore in esilio a Sant’Elena ed ereditata dallo sfortunato figlio cui è dedicata questa sala. Alla seconda moglie di Napoleone, Maria Luisa d’Austria, anch’essa ricordata in questa sala, appartennero i due arcolai in legno e osso visibili nella vetrina a muro (n. 8).
Nella sesta sala, dedicata a Paolina, la sorella più amata dall’imperatore, all’interno delle vetrine è visibile un calamaio (n. 2) in bronzo dorato e un raffinato specchio da viaggio in mogano con intarsi in argento, su cui la nipote Carlotta fece incidere la sua iniziale al posto di quella della zia. Nella stessa sala è pure conservata un’elegante toeletta, proveniente da villa Paolina, realizzata da M.G. Biennais.
Nella settima sala, entro una vetrina, sono conservati dei nécessaire da viaggio appartenuti a Zenaide e a Carlotta, figlie di Giuseppe. All’interno di questi cofanetti si incastrano perfettamente numerosi elementi che contenevano tutto quanto occorreva per l’igiene personale e per il cucito. Una curiosità, all’interno di questa sala, è costituita dal tavolo da letto in noce appartenuto a Carolina, sorella dell’imperatore.
Nell’ undicesima sala spicca il biciclo in legno e ghisa del 1871-74, forse appartenuto a Napoleone Eugenio, figlio di Napoleone III, di cui è interessante scoprire il funzionamento. Altrettanto attraente, in questa sala, risulta il tavolo da lavoro di fattura romana, appartenuto a Zenaide. Si tratta di un mobile multifunzionale diviso in più scomparti contenenti gli strumenti per la pittura, il disegno, il ricamo e giochi di società.
Nella vetrina a parete dell’ultima sala, ci restituiscono un sapore d’altri tempi il portalapis in argento e smalto appartenuto alla principessa Matilde Bonaparte (n. 13) e il portaritratti multiplo (n.8).
Testimone del gusto per le atmosfere esotiche e per l’arte giapponese in particolare, è l’acquerello su seta dipinto da G. De Nittis per la realizzazione di un ventaglio per la principessa Matilde.

Informazioni

Luogo Museo Napoleonico
Informazioni

Info e prenotazioni allo 06 06 08
tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00

Giorni di chiusura
Lun
Bibliography

Angeli D., I Bonaparte a Roma, Milano, 1938
Il Museo Napoleonico, itinerario a cura di L. Capon, G. Gorgonie, S. Critelli, Palombi, 1986
Il Museo Napoleonico, guida alla visita, Gangemi, 2004
Museo Napoleonico. Guida, Electa, 2008

Durata
1 ora circa
Tipo
Visita didattica
Organizzazione

Zètema Progetto Cultura

Prenotazione obbligatoria: Sì

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