Storia del Museo e della sua Collezione

I fratelli Giuseppe e Luigi Primoli, che avevano trascorso a Parigi durante l’impero di Napoleone III gran parte dell’infanzia e della giovinezza, coltivarono per tutta la vita un profondo interesse nei confronti della famiglia materna (la madre Carlotta Bonaparte era figlia di Carlo Luciano Bonaparte e di Zenaide Bonaparte, figlia di Giuseppe, re di Napoli e poi di Spagna) , raccogliendo e collezionando ogni tipo di oggetto o documento potesse riguardarla. Attraverso doni e acquisti, i due fratelli riuscirono a creare ciascuno un proprio personale museo sui Bonaparte: Luigi nel suo villino di via Sallustiana – nei pressi di via Nomentana fuori Porta Pia - Giuseppe nel palazzo di famiglia; entrambi i nuclei furono destinati per testamento al Governatorato di Roma, con l’intenzione che rimanessero due entità distinte. Alla morte di Luigi, nel 1925, Giuseppe, divenuto erede universale del fratello, iniziò però una trattativa con il Governatorato al fine di istituire un unico museo che sarebbe dovuto sorgere nel proprio palazzo e nel quale sarebbero confluite anche le collezioni del fratello.

Il Museo Napoleonico fu inaugurato il 28 ottobre 1927 nelle sale del pianterreno di Palazzo Primoli unendo le collezioni di opere d’arte entrambi i fratelli Primoli. Gran parte della raccolta di lettere e documenti e la ricchissima biblioteca di Giuseppe andarono a costituire, insieme ai piani superiori del palazzo, il patrimonio della Fondazione Primoli.

Il Museo suscitò immediatamente le attenzioni del capo del Governo dell’epoca, Benito Mussolini, che fece pressioni affinché esso acquisisse la denominazione Napoleonica, e, durante i primi anni di vita dell’istituzione, contribuì ad arricchirne le raccolte con nuclei di grande importanza: i cimeli del Re di Roma, il figlio dell’Imperatore Napoleone Francesco Giuseppe Carlo Bonaparte morto nel 1832, acquistati dagli eredi del suo precettore il conte Prokesch Olsten, i raffinati gioielli appartenuti a Carolina Bonaparte, acquisiti per il Museo dallo Stato italiano, o l’album di disegni della bottega di Luigi e Giuseppe Valadier, comperati dall’antiquario romano Alessandro Castagnari nel 1932. Nei decenni successivi il patrimonio del Museo è stato accresciuto anche grazie a numerose donazioni provenienti da famiglie discendenti dal ramo romano dei Bonaparte: tra essi i Campello, i Gabrielli, i del Gallo di Roccagiovine, i dalla Chiesa, i Giunta.

Oggi il Museo Napoleonico possiede un patrimonio che comprende circa quindicimila opere d’arte, arredi, oggetti e cimeli della famiglia Bonaparte. Nella sede museale sono inoltre presenti un importante archivio di lettere e documenti e una biblioteca, aperta al pubblico su richiesta, comprendente volumi antichi e moderni di argomento affine alle tematiche del Museo.